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al testo di Fausto Torre
Mariolina
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dedicata
non c'è modo di nominare il tuo angolo amatissimo come un accordo che eccede molto e poi si lascia spremere il succo che infetta
siano anche piani diversi quelli del tempo che fa uso compiaciuto di infiniti lo spartito ci stava, e come l’eterno del fraseggio ad uso di questo principiante
allora si andava a torsioni veloci del collo per accertarsi che la tua bocca serrata mimasse giusto quel poco di messo in etere per essere o per non finire mai di doppiare un soprano a due mani destre ho i tuoi occhi piantati nei miei come cornetti di corallo
cosa diresti ora dal fumo di quel bocchino Che ancora parla